sabato 8 maggio 2010

grande serata ieri a Matelica, alla "Loggia degli Ottoni", il bel ristorante dove ho proposto "Chopin in Jazz & Divagazioni teatrali"......

Il posto è molto accogliente, in piazza principale di Matelica, storica e tipica cittadina marchigiana, in provincia di Macerata.

Gestori simpaticissimi, Alessandro ed Orietta, da subito si è instaurato un bel feeling....anche se, dvo dire, per me è molto difficile non avere feeling coi marchigiani.

Non so perchè ma ogni volta che vengo in questa regione, che io definisco magica, accade al mio essere qualcosa di speciale: mi sento subito catturato dalla natura ed entro quasi subito a far parte di essa, in una parola mi sento a casa mia.

Chissà che in una precedente vita non sia stato marchigiano.....

E poi, l'ho ricordato anche ieri a molte persone, io mi sento jazzisticamente "lanciato" dalle Marche avendo avuto come manager Paolo Piangiarelli per un certo periodo, che poi si è rivelato uno dei più importanti della mia carriera.

Con la sua "Philology" ho registrato 15 dischi, molti a mio nome, ed è stato per molti versi il mio "battesimo" del jazz professionistico. Da lì è partito un cammino che mi ha condotto in molte parti del mondo.

Comunque, ricordi a parte, la serata è partita assai bene appena ho visto o meglio sentito il pianoforte: Ottimo C3 della Yamaha, molto agile e scattante nella meccanica, accordato e con bel suono squillante. Bellissimi i piani ( nel senso della dinamica, in alcuni pianoforti è impossibile suonare "piano" per la meccanica scassata).

Anche la cena all'altezza della tradizione marchigiana, con carne e ottimo vino rosso dei colli maceratesi......quel che ci vuole prima di buttarsi in mezzo al pubblico!

E via con la musica, finito di cenare la gente ha voglia del concerto e parto col mio Chopin in Jazz: subito mi sento in ottima forma con una gran voglia di suonare.

Ultimamente sono molto felice e fiero di come sto suonando, sto sempre più riuscendo a lasciarmi andare senza aver paura degli errori e a suonare libero.

Per molto tempo mi faceva arrabbiare il fatto di entrare in questa condizione solo alla fine dei concerti, lasciandomi così poco tempo per godere della mia musica....

Adesso ho capito che il grande segreto sta nel rischiare tuto fin da subito, mandare al diavolo il perfezionismo e cercare di divertirsi esplorando, al limite del suicidio artistico....

Solo così si puà raggiungere l'estasi sonora e godersi tutto il concerto, realizzandosi, sfogandosi ed esprimendosi ai massimi livelli.

Questa condizione mi fa stare alla grande perchè me ne frego di tutto e tutti e penso solo al mio godimento interiore colla musica che amo sapeste che libertà.....

E stamani ho avuto la riprova che non mi sbagliavo quando, riascoltando la registrazione nel lungo viaggio di ritorno verso casa, mi sono rivissuto tutto il conceto e reso conto che è stato forse il mio miglior concerto su questo repertorio.

Avanti così, dunque, work in progress sempre e comunque

a presto

Riccardo Arrighini,
"Il pianista italiano che ha fuso Classica e Lirica con il Jazz".....

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