sabato 27 novembre 2010

Oggi, l'unica cosa della Musica che mi interessa è la trasversalità, unire i generi e creare una specie di "Iphone" in musica".....

Caro amico,

sto per uscire con un progetto veramente unico nel suo genere cui seguirà il CD relativo.

Si tratta di una delle mie rivisitazioni della musica classica, operazione che da qualche anno sto portando avanti con successo.

Stavolta però ci sono importanti novità che riguardano il suono che sto cercando e la formazione che ho scelto.

Riguardo al repertorio è semplice, uscirò con una serie di "hits" della classica, dal "Bolero" di Ravel alla "Marcia turca" di Mozart, dall'"Adagio" di Albinoni al "Chiaro di luna" di Beethoven e via dicendo.

Tutti motivi famosissimi per far sì che l'uditore possa ritrovarsi una melodia conosciuta ed apprezzare-se così sarà- l'eventuale arrangiamento.

Eh sì, perchè è proprio sul versante arrangiamento la grande novità che mi riguarda......

IL JAZZ CONTEMPORANEO

Oggi da alcune persone sono conosciuto come "il pianista italiano che ha fuso Classica e Lirica con il Jazz", etichetta che mi sta ormai abbastanza stretta, non perchè io non abbia realmente fatto qualcosa (3 progetti e 4 dischi) per fonderla, ma perchè la parola jazz oggi a mio parere non esiste più.

Cos'è il Jazz oggi, in fondo? Improvvisazione? Improvvisava già Bach. Libertà? Era molto più libero Oscar Peterson (e infatti gli spettatori si divertivano pure, ai suoi concerti!) di alcuni pianisti moderni prigionieri di dover "inventare" o "proseguire" un linguaggio di cui ormai la Storia del Jazz ci ha già lasciato tanto, forse troppo. Sembrano quasi dei musicisti Classici...

Oggi è venuto il momento di unire, questa è a mio parere l'unica cosa che un jazzista moderno può fare, perchè altrimenti ci si incancrenisce in una ricerca cervellotica e sterile, dove la melodia non esiste più e dove l'ego dei solisti prevale sul linguaggio Universale.

I jazzisti di oggi se ne sbattono di comunicare, se la capiscono da soli e questo gli basta...bene, però non lamentiamoci poi se escono le star del pop (anche strumentali....)

La gente ha voglia di buona musica e di cultura, purchè questa non diventi un "trituracervello" quando non riusciamo ad arrivare alla fine del mese e alla sera siamo stanchi. Non vuoi arrivare alla gente, e vuoi suonare solo per 4 gatti che ti ascoltano? benissimo...

Ma allora non sopporto più nemmeno di vedere migliaia di commenti su coloro che si vendono alla massa con musiche semplici.....

Voglio dire, io non ce l'ho con Ramazzotti o Ligabue perchè riempiono gli stadi e fanno soldi a palate, molti più di me! non me ne frega nulla, io non mi cambierei con loro, non mi sentirei a fare quelle cose. Io voglio fare la mia musica.

La sensazione è che quando parli male di qualcuno (e gli fai un gran favore, tra l'altro!) è perchè una parte di te vorrebbe essere al suo posto....

E allora ammettiamolo, abbiamo triturato i santissimi al popolo con tutti quei fraseggi incomprensibili al 90% della popolazione mondiale! Cerchiamo quindi, questa lingua del Jazz di renderla un poco più comprensibile.

Oggi dobbiamo unire non dividere.

Il Jazz oggi è un linguaggio, una parte della musica, non "LA" musica, non mi stancherò mai di ripeterlo.....

IL JAZZ FUSO CON L'ELETTRONICA: COME UNIRE I GENERI

In mille modi possibili, oggi abbiamo tutto, tutte le sonorità possibili ed immaginabili.
Basta fare musica come 40 anni fa, non ne possiamo più.....I jazzisti continuano a fare come i musicisti Classici o i cantanti Lirici, ormai non c'è più differenza. Continuano a replicare.

Basta scimmiottare il trio di Jarrett, non lo farai mai come lui...Piuttosto fai un trio alla Jarrett e infilaci dentro una bella giapponesina che suona il Koto......arricchisci quel suono!Certo che bisogna rifarsi al passato, ma cercare di innovare, con gli strumenti di oggi.

Io sto facendo una ricerca con l'elettronica. Sto provando a vedere se si può fare musica usando sonorità che non sono standard del jazz, ma di altri generi musicali.

L'elettronica è andata avanti negli anni. Oggi, nel pop, abbiamo sonorità pazzesche che arrivano da ogni parte del mondo e che possono arricchirci. E allora perchè continuare ad evitarle?
Uniamole col jazz......linguaggio universale!!

Allo stesso tempo dico: Perchè nel pop non si rendono conto che la discografia è finita, che è l'ora di dire basta ai talent show, tutti uguali, e dare una strizzatina d'occhio alla cultura?

Potrei proseguire in senso politico: non pensi sia l'ora di dire basta ai "generi" ed unire tutta la musica a dispetto della mafia di destra e di sinistra che nei secoli si è accaparrata quella fetta di pubblico e di cultura?

La trasversalità è l'unica cosa che mi interessa, oggi. Di sentire il 4etto o 5etto jazz oggi non ne posso più, perdonatemi......

giovedì 25 novembre 2010

Musica Classica rivisitata in chiave moderna, da oggi si può!!!

Musica Classica rivisitata in chiave moderna, da oggi si può!!

Da oggi, finalmente, si può rivisitare la musica classica in qualsivoglia modo, purchè con eleganza e con gusto, e pescando da qualsivoglia genere.

Ormai, alle frontiere del 3°millennio, basta parlare di generi musicali, ormai l'hanno capito tutti che questo va a vantaggio solo di coloro che di musica ne parlano e basta.

La verità è che la musica è di per sè una contaminazione nè più nè meno della cultura popolare....
Mi spiego, ogni popolo ha la sua cultura e questo è ovvio, ma la sua cultura non può e non deve prescindere da ciò che quel popolo ha passato.

Sarebbe come dire che la "pizzica" (credo si chiami così) napoletana, che è quella stornellata un pò stonata di chiaro stile arabo che hanno certi canti è sbagliata.....non è forse questa una contaminazione di culture? Allora un napoletano cosa dovrebbe fare, non farlo perchè deriva dall'oriente? Non diciamo fesserie.....

La rivisitazione oggi con internet è quasi d'obbligo

Oggi infatti abbiamo internet, lo strumento più democratico del mondo, se lo sai usare, e che ti può veicolare tutte le informazioni del mondo a velocità incredibile.

E questa è già una cultura incrociata a mio avviso.....

Altrimenti come si spiega che 20 anni fa i giovani di 20 anni (come me) manco sapevano cos'era il Jazz e se lo sapevano non avevano idea di come studiarlo (io me ne sono andato in America xchè qui era un piangere)?

La riprova ne è il fatto che 20 anni fa per trovare un jazzista dovevi aspettare che i capelli ingrigissero, mentre oggi quasi tutti i musicisti 20enni sono jazzisti. Come mai?

Perchè oggi trovano tutto, trascrizioni, dischi, metodi, video, esempi, scuole, tutto sull'iphone!
Basta un pò di talento ed il gioco è fatto, 3-4 anni di strumento classico e 10 di jazz ed ecco a 25 anni un ottimo jazzista.

E non è forse questa contaminazione di culture? Quindi, se oggi tutto è a portata di mano e la cultura del mondo è praticamente incrociata con informazioni continue, la musica non può che essere una rivisitazione continua, un unione di culture musicali.

Chiaro che la base deve essere vera del territorio, quindi i "nostri grandi maestri" della classica, che ci hanno lasciato delle melodie immortali come standards europei devono poter essere rivisitati in mille modi, partendo dal Jazz per arrivare al più diametralmente opposto stile musicale.

Spazio dunque alle rivisitazioni e contaminazioni, io sono di sicuro con Te!!!!

Ciao

Riccardo Arrighini,
"Il pianista italiano che ha fuso Classica e Lirica con il Jazz".........

mercoledì 24 novembre 2010

Ancora pochi gg ed uscirà il mio ultimo CD "Arrighini suona Verdi"!!!!

caro amico,

tra pochi gg uscirà il mio prossimo CD dal titolo "Arrighini suona Verdi", un omaggio al grande compositore di Busseto e che si lega in modo particolare al 150enario dell'Unità d'Italia del 2011.

E'per me un disco importante, uno dei tanti crocevia che ho affrontato nella mia carriera musicale e uno dei tanti che (spero) affronterò.

Momenti in cui sto cercando qualcosa, che magari nemmeno io so di preciso cosa, ma che una vocina dentro di me sente e deve seguire......

Rivisitazione della grande Lirica e dell'Opera in Jazz

Un operazione che già avevo iniziato con "Puccini Jazz"nel 2008 facendo il duplice progetto, piano solo e trio con orchestra d'archi (i Solisti di Perugia) e prodotti rispettivamente dalla Fondazione Festival Pucciniano di Torre del Lago e da Umbria Jazz.

Io sono amante della Lirica, mio padre era un grande conoscitore dei grandi melodrammi nostrani, soprattutti le Opere di Verdi e Puccini, di quelle sapeva tutto nei minimi dettagli.

E credo di avere quindi nei geni la passione per questa forma d'arte e di espressività tipica italiana, pensare che alcuni dicono di me che sono in certi momenti un pò drammatico......

Rivisitare la Lirica in Jazz è cosa non da poco, il rischio di fare un lavoro che lascia il tempo che trova è altissimo, credo che la passione sia fondamentale per evitare il flop....come dice un mio caro amico, "la passione fa sempre la differenza".....

Comunque rivisitare Verdi è sicuramente più difficile di rivisitare Puccini, gli addetti ai lavori sanno bene quanto ci sia già di Jazz nell'armonia pucciniana, molto più che in Verdi, dove il movimento tonica-dominante è alla base di molte sue composizioni.

A me l'arduo compito quindi di sperare di aver fatto un buon lavoro e, soprattutto, nel modo più fluido e naturale possibile.

Sarò mia cura farTi sapere appena ci saranno novità sull'uscita del CD, prevista, all'incirca, per la prima decina di dicembre.

A presto,

Riccardo Arrighini,
"Il pianista italiano che ha fuso Classica e Lirica con il Jazz"........

martedì 16 novembre 2010

caro amico,

sono appena tornato dal jazz club "Art Blackey" di Busto Arsizio (VA), dove ieri sera ho suonato assieme al mio "Young Trio" ( Gabriele Evangelista al contrabbasso ed Emiliano Barrella alla batteria) e con cui abbiamo eseguito una carrellata degli autori che ho riarrangiato negli ultimi anni, ossia Vivaldi, Puccini, Chopin e Verdi.

C'era un bel pò di gente curiosa di assistere alla mia "fusione" e che alla fine è rimasta molto soddisfatta della nostra esibizione.

Il promoter Claudio Rolandi e il "boss" Achille Castelli, anch'essi molto contenti, ci hanno accolto con grande calore e simpatia.

Abbiamo cenato insieme e grazie alla verve di Achille ci siamo rilassati al massimo e questo ci ha permesso di arrivare sul palco carichi e vogliosi di regalare a quella gente così simpatica il meglio di noi.

E così è stato, a mio parere, il concerto di ieri sera: caloroso, generoso e solare, forse il migliore da quando suoniamo insieme, ossia da circa 2 anni.

Ormai lo "Young Trio" è maturo e pronto per esperienze importanti anche a livello discografico ed internazionale. Spero che capitino molto presto tante altre occasioni per far musica insieme perchè credetemi, questi due giovani stanno suonando veramente in modo straordinario e permettono anche a me di rendere al meglio.

Inoltre si è creato ormai sul palco un feeling pazzesco, era da tempo che cercavo un trio con cui essere così complice nella musica. Chissà, chi vivrà vedrà......


A presto,


Riccardo Arrighini,

"Il pianista italiano che ha fuso Classica e Lirica con il Jazz"..............